PSFF

Piano Stralcio delle Fasce Fluviali (PSFF)

Il Piano stralcio delle Fasce Fluviali sui corsi d’acqua principali del bacino idrografico del fiume Po – PSFF è lo strumento per la delimitazione della regione fluviale, funzionale a consentire, attraverso la programmazione di azioni (opere, vincoli e direttive), il conseguimento di un assetto fisico del corso d’acqua compatibile con la sicurezza idraulica, l’uso della risorsa idrica, l’uso del suolo (a fini insediati, agricoli e industriali) e la salvaguardia delle componenti naturali e ambientali.

Il Piano stralcio delle Fasce Fluviali è principalmente un piano di misure non strutturali, atte a perseguire obiettivi di difesa del rischio idraulico, di mantenimento e recupero dell’ambiente fluviale, di conservazione dei valori paesaggistici, storici, artistici e culturali all’interno delle regioni fluviali; esso contiene la definizione e la delimitazione cartografica delle fasce fluviali dei corsi d’acqua principali piemontesi, del fiume Po e dei corsi d’acqua emiliani e lombardi, limitatamente ai tratti arginati a monte della confluenza in Po (Fascia A di deflusso della piena, Fascia B di esondazione, Fascia C di inondazione per piena catastrofica).

Il Piano Stralcio delle Fasce Fluviali è stato adottato con deliberazione del Comitato Istituzionale n. 26 in data 11 dicembre 1997 e approvato con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 24 luglio 1998.

Le opzioni di fondo del PSFF sono riconducibili ai seguenti punti:

  • definire il limite dell’alveo di piena e delle aree inondabili e individuare gli interventi di protezione dei centri abitati, delle infrastrutture e delle attività produttive che risultano a rischio;
  • stabilire condizioni di equilibrio tra le esigenze di contenimento della piena, al fine della sicurezza della popolazione e dei luoghi, e di laminazione della stessa, in modo tale da non incrementare i deflussi nella rete idrografica a valle;
  • salvaguardare e ampliare le aree naturali di esondazione;
  • favorire l’evoluzione morfologica naturale dell’alveo, riducendo al minimo le interferenze antropiche sulla dinamica evolutiva;
  • favorire il recupero e il mantenimento i condizioni di naturalità, salvaguardando le aree sensibili e i sistemi di specifico interesse naturalistico e garantendo la continuità ecologica del sistema fluviale.

Avvertenza: Il PSFF è confluito nel Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI), in corrispondenza all’approvazione di quest’ultimo (Comitato Istituzionale, deliberazione n. 18 del 2001).

Ambito di competenza del PSFF

L’ambito territoriale di riferimento del piano stralcio è costituito dal sistema idrografico dell’asta del Po e dei suoi affluenti, quali specificati nell’Allegato 1 costituente parte integrante delle Norme del piano stralcio stesso.
Per i corsi d’acqua dell’Allegato 1 la delimitazione territoriale delle fasce fluviali è individuata e rappresentata nella cartografia del piano stralcio delle fasce fluviali. Essa riguarda i territori dei Comuni di cui all’Allegato 2 costituente parte integrante delle Norme relative. Sono inoltre oggetto di prescrizioni nel piano stralcio delle fasce fluviali le aree del demanio fluviale ricadenti nell’ambito dei corsi d’acqua di cui all’Allegato 1. Per la parte di rete idrografica non compresa nell’Allegato 1, fatte salve le successive integrazioni degli ambiti territoriali interessati dal piano stralcio delle fasce fluviali, le Regioni, nei rispettivi strumenti di pianificazione territoriale, possono individuare corsi d’acqua per i quali procedere alla delimitazione delle fasce fluviali e all’applicazione ad esse delle norme del piano stralcio operando sulla base degli obiettivi e degli indirizzi dello stesso.

Le fasce fluviali

La classificazione delle Fasce Fluviali, evidenziata da apposito segno grafico nelle tavole cartografiche a corredo del piano stralcio stesso, è la seguente:

  • Fascia di deflusso della piena (Fascia A), costituita dalla porzione di alveo che è sede prevalente del deflusso della corrente per la piena di riferimento, come definita nell’Allegato 3 facente parte integrante delle Norme, ovvero che è costituita dall’insieme delle forme fluviali riattivabili durante gli stati di piena.
  • Fascia di esondazione (Fascia B), esterna alla precedente, costituita dalla porzione di alveo interessata da inondazione al verificarsi della piena di riferimento come definita nell’Allegato 3. Il limite di tale fascia si estende fino al punto in cui le quote naturali del terreno sono superiori ai livelli idrici corrispondenti alla piena di riferimento ovvero sino alle opere idrauliche esistenti o programmate di controllo delle inondazioni (argini o altre opere di contenimento). Il Piano indica con apposito segno grafico, denominato “limite di progetto tra la fascia B e la fascia C”, le opere idrauliche programmate per la difesa del territorio. Allorché dette opere saranno realizzate, i confini della Fascia B si intenderanno definiti in conformità al tracciato dell’opera idraulica eseguita e la delibera del Comitato Istituzionale di presa d’atto del collaudo dell’opera varrà come variante automatica del piano stralcio delle fasce fluviali, per il tracciato di cui si tratta.
  • Area di inondazione per piena catastrofica (Fascia C), costituita dalla porzione di territorio esterna alla precedente (Fascia B), che può essere interessata da inondazione al verificarsi di eventi di piena più gravosi di quella di riferimento, come definita nell’Allegato 3.